Challenge Mallorca 2025, i corridori spiegano la cancellazione: “Sembrava di pedalare sul ghiaccio, a ogni curva cadeva qualcuno”
Il gruppo ha preso posizione oggi al Challenge Mallorca 2025. Pareri sostanzialmente unanimi quelli che abbiamo raccolto dopo la cancellazione del Trofeo Andratx – Pollença, avvenuta dopo neanche 25 chilometri di gara a seguito di numerose cadute che hanno segnato le fasi iniziali di corsa. La giornata è iniziata senza pioggia, ma la strada era comunque scivolosa a causa della pioggia caduta in precedenza, che su un manto stradale non proprio concepito per queste condizioni climatiche ha creato da subito non pochi problemi al gruppo. Una maxi-caduta attorno al decimo chilometro di gara, in piena discesa, ha visto numerosi corridori finire a terra, alcuni dovendo essere anche trasportati via in ambulanza, ma non è stato l’unico incidente.
Mentre proseguivano scatti e contro-scatti, portando ad un ritmo elevato ad ogni livello di corsa, numerosi sono coloro che sono finiti a terra anche nei chilometri successivi, portando così il gruppo a decidere di fermarsi dopo una rapida ma esaustiva consultazione interna. Secondo quanto ci è stato riferito in seguito, sono stati ovviamente alcuni senatori ad esprimersi presso organizzazione e UCI. Uomini come Eduardo Sepulveda (Lotto Cycling Team) e Diego Ulissi (XDS Astana) si sarebbero così presi il compito di parlare con il direttore di corsa, assieme anche ad alcuni rappresentanti della squadra di riferimento, la UAE Team Emirates XRG.
È proprio uno di loro, Nils Politt, a dare qualche chiarimento ai nostri microfoni: “Abbiamo cominciato a correre e subito ci sono state alcune cadute. La strada era molto scivolosa. Sembrava di pedalare sul ghiaccio, nei primi venti chilometri ad ogni curva cadeva qualcuno… Quindi abbiamo deciso di fermarci per questioni di sicurezza. Anche ieri ci sono state molto cadute, ma così tante dopo venti chilometri…”
Non è stata comunque una protesta nei confronti di una organizzazione deficitaria: “Questo è il terreno che c’è qui, non puoi farci molto. Tutto l’inverno è stato asciutto, ma ora con la pioggia e la benzina che si mischiano succedono queste cose, considerando anche la sabbia che rende tutto ancora più scivoloso. Noi siamo stati tutti fermi nella nostra decisione, ma anche l’organizzazione ha capito, così come l’UCI. Penso che sia stata la decisione giusta”.
Stesso parere per Victor Guernalec, tra i numerosi corridori finiti a terra, che assieme ai suoi compagni della Arkéa – B&B Hotels ha provato a sdrammatizzare la situazione, pur raccontando momenti comunque pericolosi: ” Ci sono state un sacco di cadute. Ora possiamo scherzare al riguardo (imita un noto commentatore francese, ndr), ma era pericoloso, era davvero impossibile. Sembrava una pista di pattinaggio. Cadevamo anche senza correre rischi. Sarebbe stato stupido prepararsi per tutto l’inverno e poi ritrovarsi infortunati il primo febbraio. È stata una buona idea fermarci perché andando avanti sarebbero arrivati in dieci al traguardo… Comunque, si sa che da queste parti le strade sono così. Piove poco, ma quando piove si scivola come non mai…”
A darci la sua opinione anche Jetse Bol, fresco direttore sportivo della Burgos Burpellet BH: “Sin dall’inizio ci sono state molte cadute e i corridori hanno deciso di fermarsi. Le strade di Mallorca sono sempre molto scivolose, in particolare quando piove. Il sud dell’isola è sempre così. Penso sia una sfortuna per tutti, tanto l’organizzazione che i ciclisti, che sono coloro che hanno preso questa decisione. Da parte nostra non è arrivata alcuna direttiva perché prima che sapessimo cosa stava succedendo si erano già fermati”.
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